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Cosa non può mancare in una
vacanza in Sicilia a Caltanissetta? Sicuramente una
visita alle solfatare che rendono particolare questa provincia che è tra le meno visitate dai turisti in Sicilia ma proprio per questo è tra quelle che possono sorprenderci di più.
Al di là del fiume Platani, verso est, si estende una ampia zona caratterizzata da paesaggi aridi e desolati, per secoli sfruttata e disboscata dall'uomo, che scende sino alla costa lambita dalle acque del mar d'Africa: l'altipiano solfifero. È la zona delle celebri
solfatare di Caltanissetta.
Questa formazione gessosa solfifera, risalente al miocene superiore, è costituita da gessi e argille associati a minerali dello zolfo e a cristalli di salgemma. Proprio dalla presenza di quest'ultimo minerale derivano sia il nome che il sapore delle acque del Salso o Imera meridionale che percorre tutta una lunga vallata al confine
tra le provincie di Enna e Caltanissetta.
A sud del ponte Cinque Archi nasce, infatti, nel territorio del comune di
Caltanissetta, la valle dell'Imera, zona ricca di bellezze naturali, paesaggistiche ed archeologiche. Proprio lungo il corso del fiume sorsero centri come Sabucina e Gibil-Gabib, abitati sin dalla preistoria ed ora importanti zone archeologiche. Ma soprattutto, vicino alle acque di questo fiume, fiorì la civiltà delle solfare di Caltanissetta che ha segnato la vita, l'economia ed i costumi delle popolazioni della provincia per tutto il secolo scorso. L'attività estrattiva dello zolfo, di cui tutta la zona dell'altipiano solfifero era ricchissima, è stata per più di un secolo pressocché l'unica realtà produttiva dell'intera provincia, tanto che, nel 1834, si contavano ben 88 impianti nel territorio di
Caltanissetta.
Ma l'improvviso crollo dei prezzi dovuto alla sovraproduzione ed alla spietata concorrenza americana segnarono il lento declino delle
solfare. L'itinerario alla scoperta di questo ormai passato pezzo di storia della nostra Sicilia conduce sulle orme degli ultimi minatori siciliani, con la visita ai più importanti e meglio conservati impianti della provincia. Si parte da Caltanissetta imboccando la vecchia strada nazionale 122 per Enna in direzione del Villaggio Santa Barbara. Qui nelle basse abitazioni vivevano i minatori che lavoravano nelle vicine solfare di Trabonello e Gessolungo che si trovano infatti a solo 2 km di distanza, sul versante del monte Sabucina che scende sino al fiume Morello.
Dopo aver visitato i vecchi impianti di estrazione si ritorna sulla SS 122 per Enna e, seguendo le indicazioni, si imbocca dopo circa 5 km una strada tortuosa in salita, sino ad arrivare agli scavi archeologici di Monte Sabucina, situato a circa 8 km ad ovest di Caltanissetta. Ai suoi piedi potremo visitare una interessante zona archeologica in cui sono stati portati alla luce una necropoli con tombe a grotticella della prima età del bronzo ed un villaggio sicano ellenizzato del XII secolo, i cui rinvenimenti più interessanti, che testimoniano la forte ellenizzazione, sono esposti al
Museo Archeologico Regionale di Caltanissetta (via N. Colajanni n. 3, tel. 0934/25936).
Seguendo un percorso tabellato che gira tutt'attorno alle rovine, ci si ritrova sulla cima del monte, alto circa 706 m s.l.m., da dove si domina gran parte della Valle dell'Imera che, con la sua varietà di ambienti e di forme vegetazionali, ha creato un ambiente naturale unico nel suo genere. Le acque dell'Imera, anticamente navigabili, hanno rappresentato una delle prime vie di accesso all'entroterra siciliano - ancora utilizzata nelle rotte migratorie di molte specie di uccelli.
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