La storia della Città si perde nella notte dei tempi. Sarebbe oltremodo lungo elencare minuziosamente le vicende storiche che l'hanno interessato. Ne tratteggeremo un breve profilo significativo.
Si favoleggia che Caltanissetta (nome di origine manifestamente araba, da Cal' at' an Nisa, ovvero Castello, prefisso comune a molte altre città siciliane, e Nisa, nome antichissimo di una città sorgente forse ad oriente della moderna), debba la sua origine ai Ciclopi. Non tutti sanno che gli abitanti si chiamano nisseni.
Gli elementi sicuri, o almeno attendibili, sulla storia della Città, non vanno oltre il periodo della dominazione saracena, che iniziata verso l'anno 827, ebbe termine nel 1086, anno in cui divenne signoria del normanno conte Ruggero. A questi si deve la fondazione della Badia di S.Spirito, splendido esempio dell'arte arabo-normanna. A Ruggero succedette il figlio Giordano, a questi Matilde madre di Adelasia. Alla dominazione normanna seguì quella degli Svevi, degli Angioini, degli Aragonesi: da questi la Città ebbe il titolo di contea; sotto Federico II divenne feudo di Corrado Lancia. Fu sede di due Parlamenti: quello in cui i Nobili proclamarono Re di Sicilia il medesimo Federico II e l'altro in cui si cercò di porre fine alle discordie che sotto Federico III agitavano l'isola.
Nel 1406 divenne dominio della famiglia dei baroni Moncada di Paternò e d'allora rapidamente decadde. Nel 1444 viene riconfermata la signoria ai Moncada in tutto il feudo.
Nel 1539 si iniziò la costruzione della cattedrale.
Nel 1556 sotto il regno di Carlo V e vicerè Don Giovanni de Vega, venne costruito sul fiume Salso, in contrada Capodarso, il ponte omonimo, notevole costruzione per quel periodo!; la leggenda parlerà d'ora in poi, e dirà che tre cose vi sono in Sicilia: un ponte (Capodarso), un monte (Etna), una fonte (Pergusa).
Nel 1583 Caltanissetta conta n. 10.604 abitanti.
Nel 1718 la Città si vede coinvolta nelle lotte tra piemontesi e spagnoli. L'8 luglio oppose resistenza alle truppe piemontesi capitanate dal conte Maffei. Gravi furono le perdite tra i nisseni.
Nel 1722 nasce l'Accademia de' Notturni sulla scia dell'Arcadia.
Il 28 aprile del 1787 viene in visita Wolfgang Goethe, che nel suo diario annotò:""......Oggi, infine, possiamo dire che abbiamo visto, coi nostri occhi, come la Sicilia abbia potuto meritare il nome onorevole di granaio d'Italia.....Con sole ardente abbiamo cavalcato attraverso questi deserti fertili, e ci siamo rallegrati nell'arrivare, infine a Caltanissetta, città ben situata e ben costruita.....""
Nel 1806 Ferdinando III entra a Caltanissetta. Nel 1813 viene abolita la feudalità e la Città diviene 22° Comarca della Sicilia. Cessa definitivamente la signoria dei Moncada, durata ben 406 anni.
Fu proclamata capoluogo di provincia nel 1819 e nell'anno successivo subì stragi e saccheggi per punizione della sua fedeltà ai Borboni.
Nel 1844 la Città viene elevata a sede vescovile.
Nel 1848 e 1860 non mancò di corrispondere al richiamo che percorse tutta l'isola e numerosi nisseni ingrossarono le fila degli insorti e dei Mille sbarcati a Marsala.
Il 2 luglio 1860 Garibaldi entra a Caltanissetta con al suo seguito, tra l'altro, Cesare Abba e Dumas padre.
Il 22 ottobre 1860 il plebiscito sancisce l'unione della Sicilia al resto d'Italia. Con l'avvento dell'unità anche a Caltanissetta iniziano a funzionare i vari uffici già operanti in altre regioni italiane.
Il 22 luglio 1862 si insedia la Corte d'Assise. Il 14 marzo 1868 viene inaugurato l'Ospedale. Il 18 aprile 1870, su progetto dell'ing. Alfonso Barbera, s'inizia la costruzione del Teatro Comunale, inaugurato nel 1875. Gli viene imposto il nome di Principessa Margherita e mostrerà il perfetto stile neoclassico
Nel 1873 fu iniziata la costruzione del Palazzo della Provincia, che tutt'oggi ospita la Prefettura.
L'anno 1875 diviene testimone di una sommossa dei cittadini contro il prefetto Fortuzzi; fu nominata una commissione d'inchiesta che esautorerà il Prefetto.
Il giorno 8 aprile 1878, Caltanissetta vive una data importante: s'inaugura infatti la linea ferroviaria. Il millenario isolamento è terminato.
Nel 1881 il re Umberto II onora di una sua visita la città assieme alla moglie e all'erede al trono.
In quegli anni la premiata ditta Averna produce già il suo Amaro Siciliano e ne fa fede quanto scritto dallo storico Mulè Bertolo.
Nel corso del XIX secolo l'economia della Città, legata esclusivamente all'agricoltura, mutò rotta rivolgendosi alle attività estrattive con lo sfruttamento delle miniere di zolfo. Basti pensare che in quel periodo si contavano ben 757 miniere di zolfo nel triangolo Agrigento, Enna e Caltanissetta; di queste solo 275 operavano nella provincia nissena impegnando circa 32.000 operai.
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