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L'estate che verrà sarà quella del mare in Sicilia, ma non tutti sanno...

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Il mare e l'estate in Sicilia sono un bimonio inscindibile, la Sicilia grazie alle sue splendide coste riesce di anno in anno a migliorare la propria offerta turistica.


Per gli amanti della natura in Sicilia proponiamo le riserve naturali delle 9 provincie siciliane:

Agrigento - Foce del Fiume Platani
Data dell’Istituzione: 4 luglio 1984;

La “Riserva Naturale Orientata del Fiume Platani”, a cavallo fra i Comuni di Ribera e di Cattolica Eraclea (Agrigento), dominata dalla splendida linea di Capo Bianco, gestita dall’Azienda Foreste, è costituita da 200 ettari di macchia mediterranea, habitat naturale per molte specie vegetali, fra cui il il pancrazio, la santolina delle sabbie, l’euforbia marittima. Di particolare rilievo la presenza della retama, ginestra dai fiori bianchi comune in Africa.
La foce del fiume, con i suoi ambienti umidi e le sue dune dove cresce rigoglioso il giglio marino , è habitat ideale per diverse specie di uccelli migratori: l'airone cinerino, il cavaliere d’Italia, l ’avocetta, il fratino, il falco di palude e quello pellegrino.
L'area, di fatto il primo luogo di sosta per gli uccelli provenienti dall'Africa, è luogo privilegiato del pendolino.
A breve distanza una visita meritano le rovine dell’antica Eraclea Minoa, colonia greca di probabile epoca micenea (VI sec.), di cui resta l'imponente teatro che si affaccia sulla costa agrigentina tinta di verde, bianco e blu.
Visite: dalla SS 115 Agrigento-Sciacca, superato Borgo Monsignore si svolta in direzione di Eraclea Minoa, proseguendo fino al parcheggio dell’area archeologica. Da qui bisogna seguire una pista che si mantiene sul bordo della falesia di Capo Bianco. Si prosegue per un piccolo sentiero che scende verso la spiaggia fino a raggiungere la foce del Platani e l’impianto boschivo di Borgo Monsignore.

Caltanissetta - Sughereta di Niscemi

Estensione totale: 2939,37 Ha;
Un tempo ampie sugherete rivestivano le contrade interne della Sicilia, ed erano una parte non indifferente dell'economia locale. La sughereta di Niscemi, come pure il Bosco di Santo Pietro di Caltagirone, è una testimonianza di quel passato.
La Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi, in provincia di Caltanissetta è nata nel 1997 per tutelare le residue testimonianze di questo bosco di sughera, una quercia sempreverde molto simile al leccio. Questa pianta mediterranea riesce a crescere anche in presenza di un clima secco e arido. Cresce fino ai 15 m e può vivere anche cento anni.

Catania- Bosco Santo Pietro
Il Bosco di Santo Pietro si trova in provincia di Catania, fra Mazzarone e Caltagirone.
E' una splendida area boschiva, che si estende per oltre due mila e cinquecento ettari: la seconda riserva naturale per estensione, dopo il bosco di Ficuzza, nel palermitano. Già sottoposta per decreto a vincolo nel 1991, la Riserva è stata istituita a tutti gli effetti nel 1999, ed è gestita dall'Azienda delle Foreste Demaniali della Regione Sicilia. L'istituzione si è resa necessaria per tutelare la enorme varietà floro-faunistica di questo residuo dell'antico sistema boschivo siciliano composto da antiche sugherete.

Enna - Russomanno
Fra Enna, Aidone e Piazza Armerina, città della Villa Romana del Casale, Rossomanno si presenta come un bosco di querce con impianti di eucalipti e pini domestici sviluppatosi dagli anni ‘50 anche per motivazioni economiche legate allo sfruttamento delle cartiere.
Ne è venuta su un’area interessantissima dal punto di vista naturalistico e paesaggistico, cui si sovrappongono le rilevanze culturali della stratificazione umana.
Accanto al bosco originario, oggi troviamo anche peri, castagni, querce e lecci. Dal 2000 i 2200 ettari sono posti sotto vincolo.

Dal punto di vista geologico, l'area si presenta come un insieme di alture, fra i 600 e gli 800 metri di altitudine, costituiti da depositi di arenarie e sabbie fluviali.
Dal punto di vista vegetazionale, restano gli antichi querceti che rappresentano la popolazione originaria, cui si sono successivamente affiancati gli eucalipti. Sul Monte Rossomanno invece domina il pino. Qui sarà possibile fare una escursione alle cosiddette Pietre Incantate.
Il luogo dela riserva è divenuto per gli abitanti del luogo un piacevole ritrovo per la presenza di alcune aree invitanti curate dall'Azienda. Possibile qualche avvistamento di alcuni esemplari di daini, che qui hanno trovato il loro habitat dopo essere fuggiti da una tenuta.

Messina - Bosco di Malabotta
A pochi passi da Roccella Valdemone, paesino aggrappato su un costone roccioso meta di appassionati di free climbling, quest’area, posta sull’alta valle Alcantara guarda a non molta distanza ai Nebrodi ed alle Rocche del Crasto. La Riserva abbraccia i Comuni di Francavilla, Floresta e Patti.
L'ente gestore è l'Azienda Foreste. Sotto una fitta vegetazione boschiva composta da antichi ed alti esemplari di cerri, noccioleti, faggi, querce, pini, scorre un ruscello, il torrente Licopedi di Roccella, che poco più giù confluisce nell’Alcantara.
Il Bosco di Malabotta (700 - 1300 m slm) è un'area di eccezionale valore naturalistico. Si tratta di una vasto comprensorio naturale fra Roccella Valdemone e Montalbano Elicona, dove su sedimenti ora argilloso-arenacei, ora su rocce alluvionali e calcaree si è spontaneamente formato un ecosistema ricchissimo di flora e fauna. La riserva è punteggiata da numerose alture: Pizzo Castelluzzo, Serra Castagna, Pizzo Daniele e Pizzo Galera, ora rivestiti di fitto bosco, con alberi centenari, ora aperti a vaste radure abitate dai suini neri, ora torrenti impervi in cui si riproduce la rara trota macrostigma. In genere il bosco è costituito da querce, pini, noccioli, castagni, pioppi e aceri, interrotti da splendidi esemplari di agrifoglio.

Palermo - Bosco della Favara
La riserva naturale orientata Bosco della Favara e Bosco Granza si trova in provincia di Palermo, fra i Comuni di Aliminusa, Cerda, Sclafani Bagni, Montemaggiore Belsito.
Questo polmone verde costituisce un bosco dalle notevoli emergenze vegetazionali. Le aree più marginali, rivestitre di ampelodesma, ferula mediterranea e asfodelo mediterraneo, quindi troviamo ginestre, cisto, prugnoli e biancospini. Uno degli aspetti salienti è dato dalle sugherete, epr la verità residuio dell'antico bosco.
Per quanto attiene alla fauna, il bosco della Favara ospita il codibugnolo di Sicilia (un passero scoperto a Ficuzza nel 1900 da J. Whitaker), le cince, merli e usignoli upupe, ghiandaie e picchi rossi, colombacci, parvieri. Per al fauna, volpi e martore.

SIRACUSA - Cavagrande di Cassibile
La Riserva si trova fra i Comuni di Noto, Avola e Siracusa. E' un complesso di rocce di tenero calcare, situate nel basso altipiano ibleo scavate dal fiume Cassibile, che per azione di erosione hanno formato nel tempo delle vallate scoscese chiamate "cave". Una delle più spettacolari è appunto la la Cava Grande attraversata dal fiume Cassibile. Lunga 10 Km e profonda 250 metri, fu in epoca paleolitica sede di insediamenti abitati. Nelle pareti sono state scavate ottomila tombe rupestri del tipo a grotticella, databili tra il decimo e il nono sec. a.C.
Riserva naturale, istituita con decreto del 1984, ed affidata all'Azienda Foreste, annovera una fitta vegetazione fluviale e lacustre. Circa tremila ettari, affidati alla gestione del demanio foreste, ogni anno meta di migliaia di visitatori. Questo è il regno del platano orientale, tipico dell'Europa sud-orientale e dell'Asia occidentale. Di fatto, Cassibile ne è l'estremo limite naturale occidentale. I platani, insieme a salici, lecci, pioppi e frassini, formano gallerie di fitto bosco, addentrandosi nel quale si giunge in fondo alla cava, segnata dal passaggio delle acque. La loro limpidezza particolare, permette la vita all'esigente granchio di fiume, all'anguilla ed alla biscia.
Cassibile è, insieme a poche altre aree in Sicilia, luogo di riproduzione della trota macrostigma, la trota autoctona della nostra isola, caratterizzata da punteggiatura nera su fondo argenteo nei fianchi. Volpi e conigli, ricci e donnole sono frequenti, così come svariati rapaci di grande taglia.
Ricca anche la fauna acquatica: dalle trote alle anguille, dalle rane ai gamberetti di fiume. Meta estiva di molti bagnanti.

Ragusa - Fiume irminio
L'Irminio nasce negli Iblei, a Monte Lauro, ed è il fiume più lungo della provincia ragusana. La riserva istituita nel 1985 è affidata in gestione quattro anni dopo alla Provincia Regionale di Ragusa. L'intenzione del decreto di tutela era quello di preservare la specialità biologica della zona costiera, la vegetazione di Macchia foresta del sopra e del retro duna, l 'ecosistema ripariale del fiume Irminio.
Ed in effetti la macchia-foresta, una fascia litoranea di vegetazione che per un km accompagna le dune costiere, rappresenta un raro esempio di vegetazione naturale a "macchia-arborea", certo il più imponente in Sicilia,
La foce è denotata da una costa bassa e sabbiosa, con dune e falesie verticali.

Presenti piante, quali la Salsola kali, la Calcatreppola marittima, il Ravastrello comune, il Giglio di mare, il Ginepro coccolone, Efedra fragile, Lentisco, Spina santa insulare, Thè siciliano, l'Asparago, la Brionia, l'Artemisia, la Tamerice, il Fiordaliso delle spiagge, l'Ononide, la Cannuccia di palude il Giunco pungente, la Tifa, il Salice e Pioppo.
Dove la costa si innalza formando piccole falesie si rinvengono numerosi esemplari di Palma nana e Timo arbustivo, Tabacco bianco, la Canna.

Trapani - Monte Cofano
Profilo netto e deciso, visibile da Erice come da Castellammare, Monte Cofano (659 metri slm) , massicio calcareo ricadente nel Comune di Custonaci, è una vasta area naturalistica con significative emergenze geologiche, vegetazionali ed antropologiche. Vi si trovano grotte famose per gli appassionati di speleologia, come l'Abisso delle Gole, la grotta di Monte Cofano I, con l'annessa Sala del fantasma.

La Riserva Naturale Orientata, istituita nel 1997, annovera quasi 350 piante diverse, molte delle quali ovviamente tipicamente rupestri, quali palme nane (la giumarra), ed altre capaci di resistere agli incendi ed alle frequenti alte temperature estive. Anche se comunque non sono del tutto scomparse le tracce di vegetazione arborea a leccio che un tempo doveva ammantare i fianchi del Monte Cofano. dal punto di vista botanico, una delle emergenze più significative è la presenza della Disa, l'ampelodesma di grosse dimensioni dove si rifugia ogni sorta di piccoli mammiferi e ovovivipari

Falchi pellegrini nidificano sulle rupi a strapiombo, ma non mancano i martin pescatore, mentre la la rara aquila del Bonelli, hanno trovato qui il loro habitat.
L'area di Monte Cofano a pochi passi dalla riserva dello Zingaro, fu abitato già in epoca paleolitica. Il borgo di Scurati, dentro l'omonima grotta, con i suoi graffiti, ne è un esempio. E' qui che torna a rivivere ogni natale il rito del pane. Di rilievo anche gli antri di Miceli e Mangiapane dove sono state rinvenute testimonianze archeologiche risalenti al periodo paleolitico.



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